lunedì 15 dicembre 2014

Torta di mele

Torta di mele e torta all'amaretto
 
Domenica scorsa alle dieci del mattino mi ha telefonato una signora inglese piuttosto anziana, a indovinare dalla voce. Mi ha chiesto se ero io Laura, la Italian lady che ha pubblicato una ricetta sulla Newsletter. La Newsletter e’ un mensile che raggiunge la tiratura di circa 5.000 copie, praticamente copre il numero degli abitanti della cittadina locale. La signora, con fare molto educato, mi ha spiegato che si stava accingendo a cucinare la mia torta di mele per i suoi ospiti ma che era un po’ confusa dalla quantita’ esatta degli ingredienti. Per la precisione non capiva se 3/4 mele stava a significare ¾ di pound. Li’ per li’ sono rimasta senza parole.
   Non riuscivo a capacitarmi che qualcuno si fosse preso la briga di leggere la mia ricetta, di mettersi a realizzarla e persino di telefonarmi. La cosa mi lusingava. Di certo pero’ non potevo aver scritto ¾ di pound dato il mio rifiuto innato per le misurazioni inglesi (leggo ora sul dizionario Collins on line che 1 pound o libbra equivale a 453 grammi o 16 once..). Allora mi sono sforzata di ricordare e, superato l’attimo di esitazione, ho spiegato che molto probabilmente intendevo 3 o 4 mele.  
   “Thank you" mi ha risposto lei molto gentile "ma precisamente 3 o 4 mele? E quanti pound esattamente?”  
Panico! Mamma mia" ho cercato di spiegare "noi italiani andiamo un po’... by instinct, come dire. 'a occhio' quando cuciniamo.” Poi pero’ ho aggiunto con aria sul semi professionale:
   “Direi che molto dipende dalla misura delle mele, Madam ...”
   “Mele grandi o mele piccole?”  mi ha incalzato lei.
   “Ne’ grandi ne’ piccole" ho risposto un po' scocciata, "medie!”.
Credevo di aver esaurito le domande della signora inglese, ma ecco che lei riparte:
   “E che tipo di mele prevede la sua ricetta?”
C'e' da dire che la varieta' di mele a disposizione nel mercato inglese raggiunge il centinaio.
   “Ehm ... " mi sentivo messa in corner, "di solito uso le mele dell’albero del nostro giardino...” ho risposto con titubanza.
   A questo punto per mia fortuna e’ intervenuto mio marito, che evidentemente aveva seguito tutta la conversazione e intuito la mia difficolta’:
   “Cooking apples, darling. Those are cooking apples”.
Ossia quelle che noi in Italia chiamiamo mele renette o Canada’.
   Quando ho riattaccato ero ancora piuttosto confusa, mentre mio marito se la rideva sotto i baffi.     
“Forse e’ meglio che la prossima volta tu sia more precise, darling, nelle tue ricette scritte” mi ha consigliato con fare da gentleman qual e’.
Mi sono sentita morire: una casalinga italiana inefficiente e una cuoca inesperta. Ma non e’ finita.
   Nel pomeriggio mi e’ arrivata via Skype dall'Italia la ricetta scritta dalla mia amica Sonia per una torta a base di ricotta e amaretti. L’ho letta con attenzione: non c’erano pesi. Come unita’ di misura usava un bicchiere, del tipo ‘un bicchiere di latte, mezzo bicchiere di olio di semi, ecc. ecc.’.  Non veniva indicata la misura del bicchiere. Per quanto riguarda gli ingredienti principali riportava ‘una confezione di amaretti e una confezione di ricotta.’ Arrivati alla farina diceva testualmente: ‘farina quanto basta per creare un impasto morbido...’ Ho pensato che la signora inglese sarebbe inorridita.
   Mi sono subito consultata con mio marito ma sembra che la dicitura q.b. ossia quanto basta, quella che spesso troviamo nelle ricette italiane, non sia neppure prevista nel vocabolario inglese...! Di certo non pubblichero’ questa ricetta italiana per fare la torta di ricotta e amaretti, anche se vi assicuro che e’ venuta buonissima.

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