sabato 23 maggio 2015

103 anni e non sentirli


How are you today?
Pubblicato sulla rivista Trovarsi, Associazione Anziani e Pensionati Giorgione, Ottobre 2015


La mia vicina di casa si chiama Edie e il 7 di maggio ha spento centotre’ candeline. Ora immaginiamo la tipica nonnina, un po’ fragile e malferma nelle gambe che con l’eta’ ha perso si’ una certa dimestichezza con date, numeri e nomi, ma che ha raggiunto, grazie alle innumerevoli esperienze di vita, il dono della ponderatezza e della cordialita’. Insomma un’anziana signora dalle mille rughe ma dal cuore grande e benevolo.  Giusto? Bene, niente di tutto questo!
   Edie ha la capacita’ di freddare con una sola delle sue sulfuree battute ogni stereotipo sull’anziano che potrebbe albergare nella mente di chi, per ingenuita’ e un po’ per inesperienza, non ha ancora avuto la fortuna (o sfortuna) di incrociare il suo cammino. C’e’ un aggettivo in inglese che la definisce bene, cantankerous, detto di persona dal carattere spigoloso e irascibile, che in veneto si traduce semplicemente con... cancara. Quindi quel pomeriggio del 7 maggio, son partita preparata per andarla a festeggiare e armata di ...santa pazienza!

   Edie se ne stava seduta sulla sua poltroncina a fiori, attorniata da parenti e vicini, che a turno si facevano fotografare con l’ultracentenaria. Lei sorrideva inorgoglita (chi non lo sarebbe?), sul piatto una fettina di torta al cioccolato, il te’ e l’immancabile... bicchiere di whisky. Si perche’ Nan, ovvero nonna come la chiamano i nipoti con i quali vive, e’ solita accompagnare la consueta tazza di te’ anziche’ con il latte (come vuole la tradizione inglese) con una buona dose di ...whisky. Rito che si ripete giornalmente al mattino, pomeriggio e sera. Fate un po’ i conti e capirete che la bisnonna si scola quasi una bottiglia di whisky a settimana...

   Non ha un brand preferito. Scotch, malt, bourbon... fanno tutti al caso suo. Tant’e’ che i nipoti preoccupati del vizietto della signora (e su stretto consiglio del medico) un bel giorno decidono di nasconderle la bottiglia. Al che’ Nan, che questa proprio non riusciva a mandarla giu’, la mattina successiva ha infilato nell’ abituale tazzina un biglietto da 10 sterline... con il chiaro invito (in seguito reso esplicito a gran voce) a provvedere immediatamente a rifornirla dell’amato superalcolico, pena la minaccia di cancellare l’intera famiglia dal suo testamento. Immaginate chi l’ha vinta...
   A proposito di testamento, Edie ha gia’ lasciato scritto nero su bianco, tra le varie cose, che il giorno (lontano) in cui dovesse esalare l’ultimo respiro, il suo corpo non dovra’ essere tumulato o cremato bensi’ affidato alla scienza medica, esattamente alla Cardiff University Hospital i cui esperti avranno il compito di vivisezionare  il suo cervello per cercare di carpire il segreto della sua longevita’. Sopra il letto Nan ha una placca con la scritta I intend to live forever, Intendo vivere per l’eternita’.

   Edie e’ nata nell’anno della sciagura del Titanic, il 1912, all’epoca dei fasti dell’Impero Britannico. In queste valli rurali del Galles, ai confini della ricca e urbana Inghilterra, ha trascorso tutta la sua vita. Sopravvissuta a due guerre mondiali e suddita di ben cinque monarchi, e’ stata testimone della rapida ascesa economica del Galles (grazie alle industrie del carbone e dell’acciaio), e del suo altrettanto rapido declino. Qui ha conosciuto Agatha Christie, che veniva regolarmente nella Valle di Glamorgan per trovare la figlia Rosalind.
   Ma torniamo alla festa di compleanno.
   “Am I the oldest one in Wales? Sono la piu’ anziana del Galles?” ho sentito che chiedeva al nipote con quella sua caratteristica voce dal tono asciutto e un po’graffiante.  
   “No...” le risponde lui sorridendo “... non credo.”
   “Well...” intima Nan con sguardo contrariato, “di’ agli altri di sbrigarsi a morire cosi’  saro’ io la piu’ anziana in Galles!”
  
   Quando e’ il mio turno per omaggiarla sono alquanto sulle spine. Mi presento (non si ricorda mai di me) e le parlo lentamente. Ma lei non sembra prestarmi attenzione. Che sia il mio accento non perfettamente British? Oppure non ci sente bene? Cosi’ alzo un tantino la voce e le ripeto, How are you today? Are you enjoying your birthday? E’ allora che Edie si gira e mi punta i suoi occhietti verdi da folletto indispettito: “My dear” sbotta “I’m old, I’m not stupid. Saro’ anche vecchia ma non sono stupida.” Al che decido di togliere il disturbo.
  
   Ricordo ancora il grande Birthday Party organizzato dal nostro villaggio per festeggiare i suoi cento anni. Gli uomini allestirono un grande tendone bianco sul prato di fronte alla sua casa e noi donne ci alternammo ai fornelli. Quel giorno Edie era nel suo elemento. Sfoggiava il telegramma di auguri ricevuto per l’occasione da Sua Altezza Reale la Regina Elisabetta. Le maggiori distillerie inglesi di whisky (su esortazione dei giovani nipoti) le avevano inviato in regalo una cassetta di whisky ciascuna, alcune con stampato il nome Edie sulle bottiglie!

   Per l’occasione arrivarono alcune autorita’ politiche e ognuna di loro si alternava alla sedia accanto alla poltrona di Nan per ossequiarla. Quando fu il turno di un noto Parlamentare gallese che, presenti giornalista e fotografo, le stava esprimendo tutta l’ ammirazione e il rispetto per la vetusta eta’, lei si giro’ di scatto verso il nipote, alzo’ il tono di voce e ordino’: “Mandalo via immediatamente perche’ mi sta annoiando a morte!” La matriarca di quattro generazioni ha senz’altro il diritto di infischiarsene del ... politically correct.
   I festeggiamenti per il centenario andarono avanti fino a tarda sera, con fuochi d’artificio e la musica di una giovane band locale. Ad un certo punto Nan decise che era arrivata per lei l’ora di ritirarsi, ma non riuscendo a chiudere occhio per il gran baccano decise che ne aveva abbastanza e ... stacco’ la spina. Si’ proprio la spina che collegava musica e luci, lasciando tutti gli ospiti del villaggio improvvisamente al buio e in rigoroso silenzio.

   Che dire? Lunga vita alla signora!

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Festa per i 100 anni
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