mercoledì 8 luglio 2015

E vissero felici e contenti


“Laura, vieni in chiesa domenica mattina?” L’invito di Kathy, la moglie del nostro vicario (a differenza dei ‘cugini’ cattolici i sacerdoti anglicani sono sposati con prole) mi aveva colto di sorpresa. Ci eravamo incrociate per caso al banco del pesce da Tesco, il locale supermercato.
   “Ma, veramente....” cercai di tergiversare.
   “Come on" m'incalzo' lei "ci sara’ il pet service. Credo che ti piacera’...”.
   “Pet... cosa?” le chiesi perplessa. Sapevo che pet e’ il termine generico per animali domestici e che service significa messa. Ma che senso aveva... la messa degli animali?
   “Certo” mi spiego’ Kathy paziente, intercettando forse la titubanza di un’italiana cresciuta in un diverso ambiente (nello specifico cattolico di tradizione) e non sempre pronta ad abbracciare manifestazioni della cultura autoctona. “Ogni anno celebriamo nella chiesetta del villaggio una messa speciale per festeggiare i nostri fedeli amici animali. Per la maggior parte si tratta di compagni a quattro zampe, grandi e piccoli: cani, gatti, conigli, tartarughe ... ma anche pesciolini rossi o pappagallini. Insomma tutti gli animali che condividono la nostra quotidianita’ sono invitati all’altare per celebrare God’s Creation”.
   Non era la prima volta. Puntualmente venivo invitata non solo alla messa domenicale ma anche a tea e soup parties tenuti all’interno dell’antica chiesetta, nello spazio tra l’altare e i banchi dei fedeli. Sono appuntamenti in cui la piccola congregazione si ritrova per sorseggiare il te’, assaggiare dolci o degustare zuppe fumanti, il tutto organizzato dalle donne del villaggio. Lo scopo e’ quello di conoscersi, socializzare, rafforzare lo spirito comunitario e raccogliere donazioni per la chiesa.
   Nonostante i dichiarati buoni propositi, queste iniziative mi hanno spesso lasciata sospesa in un dubbio amletico: se da un lato apprezzo il desiderio di volermi includere nel loro mondo, dall’altro tendo a considerarle delle stravaganze anglosassoni. Robe da non credersi - pensai allora tra me - mangiare e bere in chiesa e ora anche gli animali ... Ma guarda questi quante se ne inventano pur di riempire i banchi della chiesa...  Infatti c’e’ da sapere che i britannici raramente mettono piede nei luoghi di culto se non per matrimoni, battesimi e funerali. Secondo una recente statistica, solo il 6% della popolazione attende ai riti religiosi, con un’eta’ media di 51 anni.  
   A meta’ tra lo scettico e il curioso decisi comunque di accettare l’invito della ‘vicaria’. Se non fosse che di pets non ne avevo. La mia gatta, la storica Bigia, l’avevo lasciata a casa di Franco, il mio vicino, quando mi trasferii in Galles cinque anni prima (non senza un comprensibile trauma affettivo). Franco l’adora, ricambiato. Tant’e’ che da allora la Bigia non mi degnava piu’ di uno sguardo. Quando rientravo in Italia lei faceva la smorfiosa e scappava via oppure, se ero fortunata, arruffava il pelo e mi piantava le unghie nella pelle. Insomma, non mi aveva ancora perdonato lo sgarro di essermene andata.  Cosi’ quella domenica pensai che una benedizione dal vicario le avrebbe fatto proprio bene. E partii per il pet service con la foto della Bigia.
   




 
Bigia

  
In chiesa sembrava di essere entrati nella sala d’attesa di un veterinario. Stesso odore animale, cani scodinzolanti, occhi felini che ti scrutavano, criceti a correre forsennati su una piccola ruota e poi pesciolini rossi in vaschetta, conigli e quant’altro...  Solo che qui avevano tutti un aspetto piu’ rilassato e felice, soprattutto i proprietari per la maggior parte bambini.      Be praised, my Lord, through all Your creatures... Come non riconoscere il Cantico delle Creature di San Francesco: Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature ... Mi ricordai allora che in terra italica, a Siena, si benedicono i cavalli in chiesa prima del Palio e poi rividi antichi affreschi e vecchie letture secondo le quali in passato nelle nostre chiese si benedivano mucche e porcelli perche’ la morte di uno di questi animali avrebbe causato un disastro economico alla famiglia. Cosi’ con questo pensiero in mente mi avvicinai all’altare tra adulti sorridenti, bimbi esultanti e animali festanti per la benedizione del vicario e un corale Hosannah, Alleluiah!
   Tutto questo succedeva esattamente un anno fa. Quest’anno non sono potuta recarmi all’annuale appuntamento del pet service. Peccato, perche’ e’ successa una cosa che ha dell’incredibile. Ora ve la racconto per filo e per segno, cosi’ come me l’ha riferita Kathy, la moglie del vicario, incrociata anche questa volta per caso dal panettiere.
   Due bambini hanno chiesto al vicario di poter tenere in chiesa uno speciale wedding, ossia il matrimonio tra i loro due cagnolini, Pepper e Wilf. Cerimonia di nozze che si e’ celebrata con la benedizione della coppia nuziale seduta su apposite sedie di velluto rosso, la chiesa decorata per l’occasione e le foto di rito per immortalare l’evento. Il vicario ha poi pronunciato una preghiera speciale per i due insoliti innamorati, presente la comunita’di fedeli. Improvvisamente, ad omaggiare i novelli sposi, si sono presentate alla porta della chiesetta (ospiti non invitate) le quattro papere dal vicino stagno, in fila indiana, impettite e scintillanti nella loro livrea. E per un attimo si e’ temuto una cagnara (e’ proprio il caso di dirlo).



Wilf e Pepper alla cerimonia nuziale

   Chissa’ se durera’ questo sodalizio canino - mi chiedo ora - dato che i cani sono notoriamente dei maschi infedeli...
Ah, dimenticavo di dirvi che sara’ pure una coincidenza, ma dal giorno della benedizione della foto al pet service, la Bigia (che ha compiuto a giugno 14 anni suonati) sembra diventata un tantino piu’ mansueta...


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E vissero felici e contenti!